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letture critiche del tempo presente

LA DEFINIZIONE DI ANTISEMITISMO

Riporto la “definizione operativa” di antisemitismo dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance), adottata da molti Stati e istituzioni, compresa l’UE.
Alla luce di questa definizione , moltissimi di coloro che si dichiarano critici di Israele o “antisionisti” e negano con forza di essere antisemiti, vengono invece scoperti e smascherati proprio come antisemiti.

Ecco la definizione

  1. Incitare, sostenere o giustificare l’uccisione di ebrei o danni contro gli ebrei in nome di un’ideologia radicale o di una visione religiosa estremista.
  2. Fare insinuazioni mendaci, disumanizzanti, demonizzanti o stereotipate degli ebrei come individui o del loro potere come collettività – per esempio, specialmente ma non esclusivamente, il mito del complotto ebraico mondiale o degli ebrei che controllano i mezzi di comunicazione, l’economia, il governo o altre istituzioni all’interno di una società.
  3. Accusare gli ebrei come popolo responsabile di reali o immaginari crimini commessi da un singolo ebreo o un gruppo di ebrei, o persino da azioni compiute da non ebrei.
  4. Negare il fatto, la portata, i meccanismi (per esempio le camere a gas) o l’intenzione del genocidio del popolo ebraico per mano della Germania Nazionalsocialista e dei suoi seguaci e complici durante la Seconda Guerra Mondiale (l’Olocausto).
  5. Accusare gli ebrei come popolo o Israele come stato di essersi inventati l’Olocausto o di esagerarne i contenuti.
  6. Accusare i cittadini ebrei di essere più fedeli a Israele o a presunte priorità degli ebrei nel mondo che agli interessi della loro nazione.
  7. Negare agli ebrei il diritto dell’autodeterminazione, per esempio sostenendo che l’esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo.
  8. Applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico.
  9. Usare simboli e immagini associati all’antisemitismo classico (per esempio l’accusa del deicidio o della calunnia del sangue) per caratterizzare Israele o gli israeliani.
  10. Fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei Nazisti.
  11. Considerare gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello Stato di Israele.

Segnalo, in particolare:
– il punto 2 e il punto 3, diffusissimi nella cosiddetta area del dissenso o “antisistema”;
– i punti 4 e 5 anch’essi diffusi nella stessa area;
– i punti 7 e 10, cavalli di battaglia degli “antisionisti” , direttamente o attraverso l’accusa a Israele di applicare un “apartheid” o di commettere “genocidio”: è inequivocabile alla luce di questa definizione dell’IHRA che questo “antisionismo” è in realtà antisemitismo;
– il punto 8, particolarmente importante, nello smascherare l’antisemitismo latente e più subdolo insito in certe “critiche” ad Israele;
– e infine, il punto 9, il più delicato, perchè moltissimi usano “simboli o immagini associati all’antisemitismo classico” senza esserne consapevoli, dato che ignorano largamente la storia dell’antigiudaismo e dell’antisemitismo. Sono quelli che definisco “antisemiti a loro insaputa”, ma la loro ignoranza non li assolve, né li rende meno pericolosi nel momento in cui, “a loro insaputa”, contribuiscono a rimettere in circolazione proprio quei simboli e quelle immagini.

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