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TRE LEZIONI SULLA LIBERTA’

Da quando è iniziata la “vicenda pandemica”, tutti siamo stati brutalmente messi di fronte alla domanda: che cosa è per noi la libertà? Quale effettivo valore diamo ad essa? Siamo disposti a sacrificare altri beni alla libertà o preferiamo sacrificare la libertà ad altri beni? Si potrebbe dire che tutti siamo stati smascherati, che ogni velo sia caduto e si sia capito quanto conti per ciascuno di noi la libertà. Si potrebbe dire che si è capito chi abbia preso sul serio quei versi danteschi studiati a scuola – «Libertà  va cercando…»  – e chi invece li abbia letti solo come una bella favola.

Si potrebbe pensare che la vicenda pandemica ci abbia posti di fronte ad una alternativa secca: libertà o sicurezza e che ognuno abbia dovuto fare la propria scelta, sacrificando la libertà o parti e aspetti importanti di essa alla sicurezza, a una certa sicurezza – sicurezza sanitaria, protezione da un virus o magari solo illusoria promessa di sicurezza e protezione – o sacrificando la sicurezza – non tanto quella sanitaria, ma quella economica, come accade a chi sta perdendo il lavoro – alla libertà.

Ma è proprio così?

In realtà, a pensarci bene, quasi nessuno ammette di aver rinunciato a quote di diritti e di libertà in cambio della sicurezza e se incontriamo qualcuno che sembra aver compiuto un tale baratto e glielo facciamo notare, costui risponde che quella di cui parliamo non è libertà, risponde con le consuete frasi “non hai la libertà di contagiare”, “la tua libertà finisce dove incomincia quella degli altri” (e chi stabilisce, poi, dove porre il confine tra la mia libertà e quella di un altro?)

Dobbiamo forse prendere atto che oggi sembrano scontrarsi non già libertà e sicurezza o libertà e salute, ma diverse e opposte concezioni di libertà.

A noi che abbiamo come bene più prezioso le libertà individuali e la libertà personale si obietta che esse in una situazione di “emergenza” vadano sacrificate al bene comune, ossia, ci si dice ancora, alla “libertà di tutti”. Per noi evidentemente, per i liberali e i libertari (quelli che sono rimasti in questo paese, perché tanti sono stati ormai smascherati come finti liberali o libertari) questa pretesa “libertà di tutti” che sopprime le libertà individuali è in realtà la libertà di nessuno, è una immensa prigione collettiva con un carceriere che porta la maschera dell’interesse collettivo e della salute pubblica.

Ma non possiamo ignorare il problema: dobbiamo constatare come si possano limitare gravemente se non sopprimere del tutto certe libertà fondamentali – la libertà di movimento, di riunione e di assemblea, la libertà di impresa, di commercio e di lavoro, ora finanche la libertà di disporre del proprio corpo e di curarsi o non curarsi come si ritiene opportuno – in nome della libertà stessa. E come tante persone accettino, quando non appoggino convinti, quando non sostengano persino fanaticamente e ferocemente queste limitazioni alla libertà, credendo che esse servano invece a garantirla, a difenderla o a riconquistarla pienamente.

Ci si deve chiedere allora quale è l’idea di libertà che ha colui che – sia egli giudice, intellettuale, giornalista, uomo della strada – ritiene legittima questa compressione di diritti e libertà individuali.

Il primo ciclo di tre lezioni del percorso “Letture critiche del tempo attuale” vuol quindi cercare di fare chiarezza su questo punto, partendo dalle domande fondamentali: che cosa significa veramente “libertà” nella storia, nella tradizione e nel pensiero dell’Occidente moderno, quali sono le diverse idee e tradizioni di libertà, come si conquista e come si perde la libertà, a quali presupposti, condizioni e garanzie è legata, che relazione c’è tra libertà e democrazia (punto cruciale e sistematicamente eluso o frainteso) e, infine e ovviamente, quale è attualmente lo stato della libertà nel nostro paese.

Così, nella prima videolezione esamineremo i diversi concetti di libertà, partendo da quello che a mio avviso è fondamentale recuperare: la libertà nel pensiero liberale classico. Sulla scia di von Hayek, opereremo le opportune distinzioni fra questa ed altre idee di libertà, individuando in particolare due diverse tradizioni di libertà: quella britannica – che è appunto quella liberale classica – e quella francese – legittima e importante, ma esposta a pericoli e derive di cui stiamo scontando le conseguenze.

Nella seconda videolezione, esamineremo la cruciale distinzione tra libertà e democrazia, la loro auspicabile unione e la loro sempre incombente e rovinosa separazione, con le possibili degenerazioni della democrazia. Perché se oggi abbiamo a che fare con un dispotismo, esso è, come ha scritto Aldo Maria Valli, un “dispotismo condiviso” e quindi, in tal senso, “democratico.

Nella terza lezione, ci occuperemo più direttamente dello stato della libertà oggi, in particolare nel nostro paese, partendo dal grido di allarme di Giorgio Agamben, secondo cui si assiste a un vero mutamento del concetto stesso di libertà e di diritti, tale da prefigurare un avvenuto “colpo di stato”.

Per informazioni e iscrizioni: angelomicheleimbriani62@gmail.com